Conglomerati di Roccacaramanico
Rilevanza: Nazionale
Valore: Geoturistico, Scientifico, Educativo
Tipo: Di interesse stratigrafico
Valore: Geoturistico, Scientifico, Educativo
Tipo: Di interesse stratigrafico
Anche a un occhio poco esperto, le rocce affioranti intorno a Roccacaramanico appaiono subito diverse e in rilievo rispetto al paesaggio circostante. Si tratta dei cosiddetti conglomerati di Roccacaramanico, un tipo di roccia formatosi circa 5 milioni di anni fa, tra la fine del Miocene e l'inizio del Pliocene.
Queste rocce hanno avuto origine da densi flussi sottomarini di torbida, che trasportavano ciottoli e frammenti erosi da antiche strutture calcaree situate a sud-est della Maiella. La presenza di microfossili come Sphaeroidinellopsis seminulina consente di datarli proprio a questo periodo di transizione geologica. I conglomerati testimoniano una fase di sedimentazione che avvenne poco prima o durante l'orogenesi appenninica. La loro giacitura spesso sub-verticale è un segno evidente dell'intensa attività tettonica che portò alla nascita del massiccio del Morrone, ai cui piedi sorge oggi il borgo. In alcuni punti gli strati sono piegati come un soffietto, in altri addirittura rovesciati, e mostrano sul lato superiore le impronte di fondo originarie. Tutto ciò racconta di potenti forze geodinamiche che hanno spinto il Morrone verso est, sovrapponendolo ai sedimenti argillosi della valle, un antico bacino di avanfossa.
Questa intensa attività tettonica spiega anche la storia sismica del borgo: Roccacaramanico fu infatti colpita più volte da terremoti (nei secoli XV, XVII, XVIII e nel 1915), eventi che, insieme all'emigrazione, portarono al suo progressivo spopolamento nel Novecento.
Per osservare al meglio questa straordinaria “memoria geologica”, il punto ideale è Piazza Callarone, una vera e propria “terrazza geologica” affacciata sulla Maiella occidentale un geosito dentro il geosito. Da qui si possono ammirare i conglomerati che si distinguono nettamente dal paesaggio circostante, raccontando a chi sa leggerli una storia di antichi mari, di movimenti profondi e di montagne in formazione.
Passeggiando poi per il borgo, queste rocce diventano ancora più tangibili: costituiscono infatti le fondamenta delle case e i blocchi costruttivi di molti edifici. In cima al paese, dietro la chiesa, il caratteristico “roccione” affiora maestoso, come un monumento naturale scolpito dal tempo.
Queste rocce hanno avuto origine da densi flussi sottomarini di torbida, che trasportavano ciottoli e frammenti erosi da antiche strutture calcaree situate a sud-est della Maiella. La presenza di microfossili come Sphaeroidinellopsis seminulina consente di datarli proprio a questo periodo di transizione geologica. I conglomerati testimoniano una fase di sedimentazione che avvenne poco prima o durante l'orogenesi appenninica. La loro giacitura spesso sub-verticale è un segno evidente dell'intensa attività tettonica che portò alla nascita del massiccio del Morrone, ai cui piedi sorge oggi il borgo. In alcuni punti gli strati sono piegati come un soffietto, in altri addirittura rovesciati, e mostrano sul lato superiore le impronte di fondo originarie. Tutto ciò racconta di potenti forze geodinamiche che hanno spinto il Morrone verso est, sovrapponendolo ai sedimenti argillosi della valle, un antico bacino di avanfossa.
Questa intensa attività tettonica spiega anche la storia sismica del borgo: Roccacaramanico fu infatti colpita più volte da terremoti (nei secoli XV, XVII, XVIII e nel 1915), eventi che, insieme all'emigrazione, portarono al suo progressivo spopolamento nel Novecento.
Per osservare al meglio questa straordinaria “memoria geologica”, il punto ideale è Piazza Callarone, una vera e propria “terrazza geologica” affacciata sulla Maiella occidentale un geosito dentro il geosito. Da qui si possono ammirare i conglomerati che si distinguono nettamente dal paesaggio circostante, raccontando a chi sa leggerli una storia di antichi mari, di movimenti profondi e di montagne in formazione.
Passeggiando poi per il borgo, queste rocce diventano ancora più tangibili: costituiscono infatti le fondamenta delle case e i blocchi costruttivi di molti edifici. In cima al paese, dietro la chiesa, il caratteristico “roccione” affiora maestoso, come un monumento naturale scolpito dal tempo.
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