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Depositi detritici di Lama Bianca e Addiaccio Della Chiesa

Rilevanza: Regionale
Valore: Geoturistico
Tipo: Di interesse geomorfologico

Questo geosito sembra essere caratterizzato da quelli che a prima vista possono sembrare semplici accumuli di rocce frammentate, ma in realtà rappresentano un vero e proprio archivio naturale della storia della Maiella. Questi depositi sono composti da blocchi e detriti provenienti da formazioni geologiche più antiche e imponenti, che si trovano a quote più elevate, come Cima Murelle, Fondo Maiella e il Morrone di Pacentro. In essi sono custodite le tracce di un antico mare tropicale, popolato da una straordinaria varietà di organismi. Qui i fossili rappresentano degli scrigni di biodiversità del passato.
Tra i frammenti si trovano infatti moltissimi fossili, che raccontano un'epoca lontana in cui queste montagne erano mari dalle acque limpide e calde.

Possiamo osservare:
Rudiste, molluschi bivalvi ormai estinti, che nel Cretacico costruivano scogliere simili alle odierne barriere coralline;
Coralli, con le loro strutture ramificate e massicce;
Gasteropodi, con conchiglie spiralate di forme e dimensioni diverse, testimoni della varietà di specie che abitavano quei fondali.

Questi resti non sono soltanto affascinanti da ammirare, ma rappresentano una miniera di informazioni scientifiche: ogni frammento conserva dettagli preziosi sul funzionamento degli ecosistemi marini di milioni di anni fa.
Gli esperti riescono ad utilizzare i Fossili come dei veri e propri archivi per interpretare anche il clima del passato perché essi sono dei registratori naturali del clima. Attraverso le analisi geochimiche dei gusci, gli studiosi hanno potuto ricostruire l'andamento delle temperature e delle condizioni ambientali.
È stato così possibile evidenziare l'alternanza di periodi più freddi e fasi più calde, veri e propri cicli climatici che hanno scandito la lunga storia della Terra. Questi dati sono oggi fondamentali per la ricerca scientifica: conoscere i cambiamenti climatici del passato ci aiuta a capire meglio i processi attuali e a prevedere quelli futuri. In altre parole, i fossili della Maiella non sono solo “pietre del passato”, ma strumenti preziosi per affrontare le sfide ambientali del presente.