Punto panoramico Monte Cavallo
Rilevanza: Internazionale
Valore del Geosito: Geoturistico, Scientifico, Educativo
Tipo: Di interesse stratigrafico
Valore del Geosito: Geoturistico, Scientifico, Educativo
Tipo: Di interesse stratigrafico
Dal punto panoramico del Monte Cavallo si può ammirare la straordinaria struttura geologica della Maiella, una montagna che racconta milioni di anni di storia. Gli strati rocciosi che la compongono sono fatti di calcare, una roccia che si è formata dalla trasformazione di sedimenti marini depositatisi tra 145 e 6 milioni di anni fa, cioè dalla fine del Giurassico fino al termine del Miocene.
Questi sedimenti si sono accumulati in tre ambienti marini diversi:
1. Un mare poco profondo e caldo, simile alle attuali Bahamas o Maldive, ricco di organismi con gusci di carbonato di calcio. Questo ambiente è chiamato piattaforma carbonatica ed è dove si formano molti dei calcari della Maiella.
2. Una scarpata sottomarina ripida, che collegava la piattaforma superficiale con il mare più profondo. Era una zona soggetta a frane e forti correnti.
3. Un fondale marino profondo, dove si accumulavano sedimenti fini rappresentati dagli organismi planctonici quali il fitoplancton e zooplancton.
L'organizzazione degli strati rocciosi ci permette di ricostruire l'antico paesaggio marino. Le cime più alte della Maiella, come Monte Amaro, Monte Acquaviva e Cima delle Murelle, si sono formate nella piattaforma carbonatica, quindi in acque basse.
Al contrario, il Monte Cavallo, Pesco Falcone e Monte La Rapina si trovano nella zona che un tempo era mare profondo. Tra queste due aree si trova la scarpata, molto ripida, testimone del passaggio brusco tra i due ambienti.
La piattaforma carbonatica può essere divisa in due fasi principali:
• La fase più antica, del Cretaceo Inferiore, rappresentata dalla Formazione di Monte Pacentro,si formò in una laguna poco profonda, tranquilla, ricca di sedimenti fini.
• La fase più recente, del Cretaceo Superiore, è rappresentata dalla Formazione di Cima delle Murelle, dove l'ambiente era ancora poco profondo ma più mosso. Qui vivevano le rudiste, curiosi molluschi ormai estinti che formavano grandi biocostruzioni simili a bouquet di un metro di altezza e qualche metro di larghezza..
Tra queste due fasi si trova una pausa nella sedimentazione, chiamata discordanza, ben visibile grazie a depositi di bauxite e segni di carsismo. Questi si formarono circa 100 milioni di anni fa, quando la piattaforma emerse temporaneamente, probabilmente in un clima caldo e umido. La parte settentrionale della piattaforma termina con una scarpata molto ripida, segnata da frane sottomarine e forti fenomeni erosivi. Alla base della scarpata si trovano:
• i sedimenti franati, visibili nella Valle dell'Inferno (Unità della Valle dell'Inferno),
• e i calcari pelagici, formati in mare profondo e ben osservabili nella Valle dell'Orfento (Formazione delle Tre Grotte).
Dalla fine del Cretaceo (tra Campaniano e Maastrichtiano), la piattaforma cominciò ad espandersi verso il mare aperto, colmando il vecchio bacino. Questo processo è visibile sui fianchi del Monte Pesco Falcone.
Qui affiora la Formazione di Santo Spirito, che si è depositata tra il Paleocene e l'Oligocene. I suoi sedimenti ci raccontano il passaggio da un mare profondo a un ambiente sempre più basso e infine a un periodo di emersione legato alla formazione della prima calotta glaciale antartica, circa 34 milioni di anni fa. Su questa superficie emersa si svilupparono, all'inizio dell'Oligocene, delle grandi scogliere coralline, ancora oggi visibili sulle cime del Monte Pesco Falcone, del Monte Rotondo e dei Tre Portoni. Infine, tra la fine dell'Oligocene e il Miocene inferiore (fino a circa 17 milioni di anni fa), la zona fu attraversata da forti correnti sottomarine, che formarono un vasto campo di dune marine, oggi visibili come particolari strutture nei sedimenti.
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