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Campo di dune fossili in località Cerratina

Rilevanza: Nazionale
Valore: Geoturistico, Scientifico, Educativo
Tipo: Di interesse stratigrafico

Quando sentiamo la parola dune pensiamo subito al deserto e al vento. Eppure, le dune si formano anche in ambiente sottomarino. Avete mai notato le piccole increspature sul fondo del mare quando fate il bagno in spiaggia? Quelle onde di sabbia si chiamano ripple, e sono come dune in miniatura. Qui, invece, nel cuore della Maiella, troviamo un antico campo di dune sottomarine gigantesche: potevano raggiungere i 9 metri di altezza e i 200 metri di lunghezza, in un mare profondo circa 30–40 metri.
Per formare strutture così imponenti servivano correnti sottomarine fortissime. Torniamo indietro nel tempo al Miocene (tra 30 e 15 milioni di anni fa), quando il Mar Mediterraneo non era ancora chiuso come oggi, ma comunicava con l'Oceano Indiano. Studi dettagliati hanno dimostrato che le correnti, provenienti proprio da quella connessione oceanica, si muovevano verso nord-ovest e modellavano i fondali marini della futura Maiella, allora completamente sommersa.
Come facciamo a riconoscere che le rocce di fronte a noi sono dune sottomarine fossili? L'indizio sta nella stratificazione incrociata: gli strati di roccia non sono paralleli, ma inclinati in direzioni diverse.
Questo perché le dune sono asimmetriche e migrano nel tempo, accumulando sedimenti con pendenze differenti. È come avere una fotografia in alta definizione del fondale di un mare antico, conservata fino a oggi.
La geologia, però, qui si intreccia anche con la storia e la cultura locale. Camminando tra le rocce troviamo testimonianze toccanti dell'arduo lavoro dell'uomo che coltivava la terra in questo mondo fatto di rocce, vi sono muretti e recinti in pietra a secco che evocano le fatiche dei contadini e scopriamo anche incisioni pastorali con nomi, date e simboli fatte probabilmente dai pastori transumanti tra il 1600 e il 1900, la Maiella è la montagna abruzzese più ricca di queste incisioni su roccia! Il geosito delle dune fossili di Lettomanoppello è dunque un luogo unico: qui, con i piedi poggiati sul fondale di un mare antico, si può osservare l'attuale mare Adriatico, in un viaggio nel tempo che unisce geologia, memoria umana e paesaggio.